Dead Island is no stranger to controversy, and certainly has not been accused of having an excess of taste. From the original game's impressive cinematic trailer that ultimately left a great many people disappointed with the final product's lack of emotional involvement to Riptide's pre-order bonus of a limbless, bikini-clad torso, there has been a fairly consistent influx of questionable marketing decisions on Deep Silver's part. Now their latest ad is being banned outright in Australia due to its depiction of suicide, and not just the CG suicide in the ad itself.
The depiction in question is two-fold. The first half of it is the ad itself, in which a couple eventually chooses to detonate an explosion to consume themselves in flame rather than allowing themselves to be consumed by the approaching zombies. The official word on this depiction asserted this act as a response to a fantasy world and as an arguably less-violent or at least less gruesome alternative to being eaten alive.
The second depiction, however, and the one eventually cited as the ultimate reason for the ban comes from the logo displayed during the ad, which shows a hanged man completely removed from any sort of context. The image was noted as being potentially traumatic for individuals who may have lost loved ones to suicidal acts.
Dal punto di vista del gioco, l'argomentazione è confermata dal fatto che anche la raffigurazione del logo di ciò che specificano come uno zombi sospeso viene data il giusto contesto all'interno dell'impostazione fantasy del gioco. È inteso come una rappresentazione della disperazione inerente all'atmosfera e all'ambientazione del gioco.
Normalmente sono pienamente d'accordo con i meriti artistici dietro le immagini, ma in questo caso posso essere d'accordo con la decisione dell'Australia. Mentre la pubblicità stessa è nel contesto di un'ambientazione fantasy unica da poter essere presa da sola senza problemi, il logo è molto meno perdonabile.
Specificare l'individuo appeso come uno zombi non cambia l'impatto dell'immagine, né fornisce effettivamente alcuna parvenza di contesto. L'annuncio ci dà un po 'di storia passata, esso Spettacoli noi l'impotenza e la disperazione della situazione molto più chiaramente. Il logo mostra solo un uomo impiccato accanto a un titolo.
Non è nemmeno chiaramente uno zombi. Se volevano renderlo uno zombi, averlo a portata di mano da qualche parte, fare qualsiasi cosa tranne che semplicemente appenderlo lì lo avrebbe mostrato. L'individuo appeso nell'annuncio non fa nulla. Si blocca, come ogni impiccato mai raffigurato ha fatto in passato. È un'immagine inquietante per una ragione, e vista l'eredità del gioco di spingere i limiti del gusto, trovo difficile credere che fosse profondo e riflessivo come Deep Silver vorrebbe farci credere.
Non ho giocato a Riptide, ma ho giocato a Dead Island. In realtà mi è piaciuto molto. Questo annuncio, come l'annuncio iniziale per il gioco originale, gioca un tema emotivo molto pesante. Descrive le emozioni profonde e la forza dello spirito umano per assumere un certo senso di controllo su una situazione impotente.
Per quanto mi piacesse Dead Island, non era un gioco particolarmente emotivo. Aveva momenti individuali, alcune missioni secondarie e individui a caso per i quali provavo vera emozione, ma la maggior parte del gioco era una violenza da sballo. È stato divertente, ma difficilmente qualcosa che mi ha fatto sentire particolarmente simpatico. In effetti uno dei miei più grandi problemi con il gioco è stato il modo in cui tutti i personaggi giocabili erano degli stronzi, che andavano da sobbalzanti a scatti superficiali e auto-assorbiti.
Se vuoi creare immagini sensazionalistiche, fallo. Se vuoi fare un gioco di emozioni potenti, fallo. Se vuoi fare uno zombie-fest violento e maturo, fallo. Basta non provare a mescolare tutte e tre queste cose insieme quando il prodotto finito non lo rappresenta. Posso perdonare la violenza sensazionalista molto più facilmente quando ne sei onesto.
Aspetterò il prossimo Il morto che cammina da Telltale per il lato emozionale delle cose.